Germinazione di un post

In principio è il seme, ovvero l’argomento; perché io non posso parlare di tutto, anzi al contrario mi riesce discretamente bene il parlare di niente.
L’individuazione di un tema è il 90% della stesura di un post, per quanto mi riguarda.

Non posso parlare di cose che non conosco, perché rischio di sparare un mucchio di balle inutili; e non voglio parlare di cose che conosco sin troppo bene, di cose troppo personali, che risulterebbero tra l’altro prive di interesse.

Non parlo di politica (ogni opinione è rispettabile e al tempo stesso confutabile), non parlo di cronaca (parlerei per sentito dire), non parlo di calcio, non seguo le serie televisive né men che meno i reality show, o i talent.

Anzi la tv non la guardo proprio. 

Ecco: mi sono già segata il 99% dei trending topic.

Non è così facile: a volte ci sono argomenti che arrivano nella mia testa e fanno la fine del sasso nello stagno: affondano.

Magari rimbalzano un po’ se lanciati di piatto ma poi… PLUF!

Ma quando un buon input raggiunge i miei pensieri, terreno fertile, lì attecchisce ed inizia a germogliare: un’idea qua ed una là, buttano tanti ramoscelli.

Allora inizio a lavorare di intreccio: dapprima li scrivo così come vengono, di getto: istintivi, distinti, lontani, slegati, sconnessi. Pensieri satellite che gravitano attorno al pianeta argomento.

È solo mentre scrivo che si aggiungono nuovi particolari, dalla mente passano alla mano.

Poi piano piano delineo il fusto, trait d’union dei vari elementi, ed ecco che il post sbuca dal terreno. 

Da qui parte la maturazione: leggi e rileggi, correggi, pota, sostituisci qualche termine, fino a che la rilettura non diventa immutata per alcune volte.

Un po’ è perfezionismo, sono un’amante della consecutio temporum; un po’ temo gli orrori ortografici; ma soprattutto devo tener d’occhio il correttore automatico perché è capitato che io scrivessi vagonate    e lui capisse vaginale; mica la stessa cosa proprio.

A questo punto serve creare il titolo, che deve riassumere senza rivelare troppo, ma nemmeno portare fuori strada il lettore, altrimenti dopo tre righe mi abbandona.

Le parole chiave, fondamentali per la classificazione del post e la possibilità di essere agganciati dai motori di ricerca, pena lo scriversi addosso.

Ed in ultima un’immagine di presentazione; a volte questo é il primo step perché mette allegria anche a me rivedere una foto nelle fasi di stesura.

Quando non manca nessuno di questi elementi, ritengo la stesura completa e pubblico.

Ad ogni modo i post meglio riusciti sono quelli che hanno ricevuto il concime del mio trasporto, quelli che, per spiegarmi meglio, hanno emozionato e coinvolto anche me mentre li scrivevo.

One Reply to “”

  1. Io forse sono il contrario, io scrivo di getto, appena ho l’ispirazione prendo nota e scrivo, riga dopo riga… a volte mi interrompo e riprendo dopo ore, giorni, dipende… ma non rileggo quasi mai prima di averli pubblicati, così quando li rileggo mi sembra siano scritti da qualcun altro 😉

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