La scuola cattolica

Mi aveva incuriosito per essere tra i più venduti del momento questo libro, e per promettere di analizzare un fatto di cronaca accaduto svariati anni fa da vicino.
Ero rimasta un po’ perplessa vedendo che contava circa 1300 pagine.

Ma visto che i precedenti libri (della vacanza) li avevo divorati contavo di farcela, di poterlo leggere se non tutto almeno una buona parte durante le vacanze, in modo che poi il residuo lo potessi completare una volta a casa.
Il libro di cui parlo si intitola ‘La scuola cattolica’ e dovrebbe analizzare il vissuto dei protagonisti del delitto del Circeo negli anni precedenti il macabro evento.

Dal risvolto di copertina avevo inteso che l’autore aveva frequentato le scuole assieme a loro, mi ero fatta l’idea di una narrazione su che genere di personaggi fossero costoro e come fossero arrivati a commettere un crimine così efferato.
Ho iniziato, da brava bambina, pagina dopo pagina, a leggere con attenzione.

Presto stanca dell’onanismo delle prime 100 pagine, che nemmeno gli esordi di Fabio Volo erano così monotematici, ho adottato la lettura trasversale: leggere una parola circa ogni due o tre righe per vedere se entro la pagina c’è qualcosa che meriti di essere letto.
Indipendentemente da quanto sia costato il libro, il tempo che ho dedicato alla lettura della parte iniziale mi sembrava un grosso spreco per non arrivare poi alla fine.

Quindi ho proseguito.

Ho avuto forti dubbi quando mi sono resa conto che forse nemmeno l’autore stesso ha riletto il suo pistolone visto che a un certo punto si domanda se un certo episodio lo aveva già raccontato.

Anche il fatto che l’autore dichiari di odiare la piscina e il nuoto ha creato un altro scoglio.
Una volta terminata la vacanza ero appena al 15% di avanzamento.

Allora ho fatto una cosa di cui un po’ mi vergogno: ho guardato le soluzioni.

Mi spiego: punta dalla curiosità di vedere la faccia dell’autore, dato che più volte si definisce belloccio, sono andata a cercarlo su Google.

E non corrisponde ai miei canoni di belloccio.

Ma non è questo di cui mi vergogno: dato che ero su Google, ho cercato le opinioni dei lettori su Qlibri.
Ho letto scetticismo sul come un’opera simile possa aver vinto il premio strega; parlano di vaneggiamento narcisistico dell’autore e riportano i commenti di un critico letterario che dichiara di aver abbandonato la lettura incompleta, e di aver conosciuto molti altri che hanno fatto altrettanto. 

Ora: vuoi che sia proprio io a finirlo?
Se la vita è troppo breve per disconnettere ogni volta le chiavette USB prima di rimuoverle, non lo è forse per leggere libri sgradevoli?
Ritengo un disonore abbandonare la lettura di un libro, perché i giudizi si esprimono alla fine, e perché per apprezzare le cose belle bisogna conoscere anche quelle brutte.
Ma questo no, è troppo, non ce la posso fare.

9 Replies to “La scuola cattolica”

    1. Io ho capito che se dopo 10 pagine, facciamo 20, non piace… Non vale la pena! Ho una vita sola
      Credo sia un retaggio della scuola ‘va letto tutto’ tipo quando non potevi lasciare nulla nel piatto sennò poverini i bambini in africa che muoiono di fame…

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