Bulli & Pupe

Ultimamente ci si ritrova a parlare molto di bullismo: metto ben avanti le mani e dico subito che chiaramente disapprovo su tutta la linea chi ‘soprude’ gli altri.
Chi in qualche modo esercita prepotenza, prevaricazione, derisione nei confronti di chi a suo vedere è più debole, o comunque in posizione di inferiorità, è un meschino, uno che in realtà si trova lui in situazione di debolezza.

Detto questo, da qui ad attribuire ai bulli la responsabilità dei gesti estremi di reazione che alcuni soggetti hanno, a me pare esagerato e inappropriato. Specie se si tratta di cyber-bullismo.

Non voglio giustificare o avallare certi cretini alla cui sconfinata idiozia non si trova limite, e che vanno puniti (e a mio avviso va fatto in silenzio, senza far loro pubblicità). 

Ma se uno commette un gesto estremo lo commette essenzialmente di suo.

Entro certi limiti la presa in giro è fisiologica, tipica dell’età evolutiva. Ed entro certi limiti è una spinta alla maturazione.

L’adolescenza è un’età fragile, e forse alcuni rimangono eterni adolescenti, prolungando la ridarella cronica oltre i 16 anni; ma da qui a trasferire in toto problematiche profonde ad attori esterni a me pare ne passi di strada.

Io stessa sono stata per tanti anni vittima di una sorta di bullismo: essere alti 1 metri e 80 già a dieci anni non è facile. Non è facile per tutta l’adolescenza. 

Ricordo una volta che ho pianto una notte intera perché avevo ritrovato la mia bici con le ruote all’aria, rovesciata da quelli che mi avevano ribattezzata ‘Maura’.

Nessun danno, solo l’avvilimento per uno scherzo idiota, perpetrato da alcuni soggetti che non sapevo nemmeno chi fossero, col senno di poi solo quattro sfigati.

Però ero veramente ossessionata da quel nomignolo! 

Un giorno mia mamma mi aveva mandata a fare una piccola spesa, e aveva scritto la lista su un pezzo di carta, a penna. 

Tra le 3 o 4 voci spiccava ‘bistecche di mauro’, che in realtà erano di ‘manzo’ ma la u si confondeva con la n e tra la r e la z il passo è breve.

Io, dopo aver passato in maniera certosina tutte le vasche di esposizione della carne, sono andata diretta da quello che lavora dietro, contenta di rivalutare un po’ sto nome antipatico: se la mamma diceva bistecche di Mauro, questo Mauro doveva essere una specie di Dio delle fettine di carne.

Grande delusione e molta vergogna per me quando il tizio che aveva abbandonato lo squartamento per rispondere al mio ‘Mi scusi??? Le bistecche di Mauro dove sono????’ con tono impassibile, dopo essersi fatto ripetere la domanda, mi aveva risposto perentorio ‘Io sono il macellaio, e mi chiamo Sereno’.

9 Replies to “Bulli & Pupe”

  1. L’idiota, quando si trova in branco, lo diventa ancora di più, per non parlare della visibilità che riceve ora che può contare su smartphone e social network: la tecnologia si è evoluta, ma la civiltà no.

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  2. Io sono rimasta allucinata dallo scoprire che esistono anche i bulli che hanno 3 anni e che riescono a far star male un coetaneo tutte le mattine che va all’asilo. E sono rimasta sconvolta dalla difficoltà che hanno questi bimbi che vengono “soprusi” a parlare con le loro mamme le quali, magari da qualche minuscono dettaglio un po’ diverso dal solito, scavano scavano scavano e trovano un mondo sommerso che nemmeno immaginavano.
    E allora ti poni una domanda: ma come fa un bimbo a essere così cattivo a soli tre anni? Probabilmente perchè certe cose le vede in casa. E quindi sono arrivata sempre al soito teorema: cretini generano e crescono altri cretini. Corollario: La mamma dei deficienti è sempre incinta.

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    1. Non so… io ho due figlie femmine ma sono sempre rimasta stupita del fatto che i maschietti siano un po’ più aggressivi, credo non dipenda esclusivamente dalla famiglia. Poi certo certe espressioni le imparano a casa

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