SI o NO?

Non capisco perché in molti si sentano in dovere di esprimere la loro preferenza pubblicamente, specie quando nessuno gliela ha chiesta.

Il voto, diceva mia nonna, è segreto. Poco importa se l’aggettivo è da intendersi in maniera possibilista, ovvero segreto perché non sei tenuto a dirlo.

Lei lo interpretava in maniera perentoria: il voto è segreto quindi non lo devi dire a nessuno.

Ognuno ha le sue valide ragioni per la scelta per cui opta, a mio avviso non c’è un completamente giusto o un assolutamente sbagliato.

Così per tutte le situazioni.

E io provo gran soddisfazione quando pongo una stessa domanda a due diversi interlocutori, uno di fronte all’altro, esprimendo un mio dubbio su un fatto oggettivo: mi piace quando entrambi, guardandomi con malcelata insofferenza per l’ovvietà della risposta a cui sono costretti, in coro e guardandosi in faccia scandiscono uno SI e l’altro NO.

Mi gusto lo spettacolo della sicumera dell’uno che prende la rincorsa e salta pogando contro la sicumera dell’altro, per ritrovarsi poi a terra, esattamente nello stesso punto in cui era rimasto, incolume, il mio dubbio.

8 Replies to “SI o NO?”

  1. Nessuno mi chiede quale libro sto leggendo, ma lo dico lo stesso: si chiama “confronto”.
    Nel caso del referendum, serve per riequilibrare l’informazione di massa che, troppo spesso, è asservita al potere.
    Questa considerazione, invece, da chi è stata chiesta?

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      1. Far cambiare idea no, ma si scrive (anche) per conoscere persone con una mentalità simile alla nostra, oppure diversa, ma in grado di farci vedere le cose da un’altra prospettiva.

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