Risposte di Natale

Giorno di Natale, ora di pranzo.

Dopo aver scartato i pacchetti, Viola sta seduta sul pavimento e disegna con un pennarello nero su un blocco formato A4.

Il suo tratto arcuato scorre impetuoso, indomito sopra il foglio quadrettato, e presto scivola sulle piastrelle, dove traccia la prosecuzione del suo pensiero astratto.

Conscia delle raccomandazioni a non sconfinare, sposta repentinamente il blocco sopra il segno, chè se lo scarabocchio non si vede allora non c’è; poi alza lo sguardo a verificare se è sorvegliata. 

Seduta sulla sedia, dal tavolo la osservo e commento ‘Eh eh eh’ con tono bonario.

Rovesciando i ruoli mi guarda torva e risponde ‘No cè ninte da ridere!’.

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La sera dello stesso giorno sta seduta a tavola in braccio al suo papà, ruminando eternamente il ciuccio; quando le si para davanti un mandarino, sfila il ciuccio dalla bocca per essere libera di mangiare. La presa della manina è debole, distratta dal frutto, e il ciuccio cade a terra.

Uno dei commensali, volto a lei sconosciuto, lo raccoglie e glielo porge.

Senza dire nulla lei ne ritorna in possesso; stimoliamo il senso del ringraziamento con la classica domandina ‘Cosa si dice?’

E cosa si dice a uno sconosciuto che ha raccolto il ciuccio dal pavimento e ce lo ha restituito?

“Non è mica tuo!!!”

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