La vocazione *

Facendo zapping alla radio mi sintonizzo su radio Maria, quella che si riceve bene ovunque. La mia attenzione viene catturata da una voce flebile ma sicura, di una donna che racconta la storia della sua vocazione, dai tempi degli studi universitari fino al convento di clausura.

Parla del suo rapporto con quello dei piani alti come di un rapporto vero, reale, sincero e sublime. 

Provo un moto di invidia per la sua pace dei sensi, per il livello di serenità che ha raggiunto.

Contestualmente non riesco a capacitarmi di come possa essere realmente convinta di ciò che sta dicendo, di come possa trarre tanto benessere da ore e ore di preghiera; mi chiedo come possa non realizzare che in realtà sta parlando da sola, che si è isolata dal mondo demandando, irresponsabilmente, ad altri la gestione di tutta la concretezza quotidiana.

15 Replies to “La vocazione *”

  1. Anch’io non so spiegarmi questa risposta alla spiritualità….

    Alcune persone , sicuramente molto religiose e altruiste , non sentendosi capaci di aiutare materialmente il mondo che soffre , si ritirerebbero in preghiera , per dare così il loro apporto contro il male che affligge il mondo…
    Per altro,non concedendosi comodità e mollezze , poiché , come si sa , nei conventi la vita è durissima…

    Non voglio discutere sulla religiosità in questo o in altri campi , ma un’altra “spiegazione” potrebbe essere quella di una fase mistica ,fra l’altro solitamente maturata in giovanissima età, nella quale l’individuo si fonde e si annienta , rinunciando si’ alla libertà , ma anche alle responsabilità che la vita richiede …..
    Non riesco a dare nessun’altra interpretazione………e tu?
    Ciao Elena

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    1. Ieri sera ho scoperto che esiste ancora gente che lava a mano i piatti, tanto per fare un esempio di quotidianità diversa dalla mia, e sono rimasta allibita… figuriamoci se mi riesco a spiegare una scelta così totalizzante…

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  2. Ammetto che anche a me la clausura non è molto chiara, mi viene voglia di analizzare, razionalizzare, fare psicologia su una scelta così lontana da me e dalla mia mente e dal mio vissuto. Scelte, come tante altre, che non condivido, ma forse proprio perché così lontane non me la sento di criticare con i miei limitati mezzi. Sembrava felice, hai scritto. Penso niente altro conti.

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  3. A confronto di gente che fa del male, che è da biasimare, lei fa in qualche modo del bene… è felice, contenta lei contento il mondo ma io non riesco a pensare nulla che sia ‘per sempre’ (è uno dei motivi per cui sono uno dei pochi esemplari di essere umano privo di tatuaggi), se poi per sempre consiste nell’isolarsi dal mondo io non ci penso nemmeno per 5 minuti…

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    1. È che per noi è inconcepibile che un cattolico non aiuti. Devi aiutare, sennò sei inutile! Guarda i missionari, porcacci! Ammetto che infondo lo penso anche io. Ma è un pensiero molto razionale e materiale di chi non crede nelle preghiere. Ahahah per quanto riguarda il per sempre ancora non mi sono sposata per questo motivo. Ma alla fine sai, di torna indietro da tutto volendo, anche dai tatuaggi. Forse l’unica cosa per sempre (almeno che tu non sia una bestia che li rinnega) sono i figli.

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  4. Io non condivido molte scelte e quella della clausura la condivido meno di tutte… è rinuncia, totale rinuncia alla vita stessa… forse a queste ragazze è stato infilato in testa che sia giusto, che sia una specie di dovere… perché credo sia difficile che il desiderio sia nato dal nulla.. 🙂

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