La platea

Sono giunta alla conclusione che esistono gli esibizionisti verbali. Operano in ambiti diversi ma sostanzialmente si riconducono allo stesso tipo di personaggio.

Ci sono quelli che amano raccontare quante donne hanno ‘amato’ (diciamola così) e quante ne conquistano ogni giorno. Scendono in dettagli sui luoghi dove le hanno portate e cosa hanno fatto; forniscono nomi; apprezzano eloquentemente le grazie di ogni essere respirante.

Ci sono quelli che fanno un vanto del proprio lavoro: si sproloquiano in titoli e millantano conoscenze all’interno di multinazionali; raccontano la loro indefessa attività, su 24 ore il sonno è un optional.

Ci sono i viaggiatori che hanno trascorso viaggi o vacanze in ogni angolo del pianeta terra.

Poi ci sono tante altre categorie, e infine i tuttologi, la summa della summa.

Al di là stanno quelli che ascoltano, che hanno imparato a non lasciarsi cadere le braccia ad ogni nuova uscita; e che provano anche un pochina di pena per questi infelici che hanno tanto bisogno di mettersi in mostra e stupire: io non arriverò mai a capire quanto tormentata sia stata la loro infanzia.

25 Replies to “La platea”

  1. A volte poi tali esondazioni verbali magari vengon fuori da un semplice “come stai?” che gli si rivolge.

    Oppure tu gli racconti una cosa tua personale che ti è accaduta, loro rispondono con “Ah mi dispiace/Sono contento per te. A me invece bla bla bla bla bla bla bla….”.

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      1. Sì sì anche io col tempo ho imparato a non offrire aperture…ma niente…Una volta ero al cinema con in gruppo uno di questi soggetti. Credo abbia sofferto il dover stare in silenzio per due ore. Appena riaccese le luci io mi sono alzato per correre verso l’uscita, ma lui ha iniziato BLA BLA BLA BLA…poi credo di essere svenuto.

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      2. Sai che non ricordo proprio cosa disse? Cioè io ormai ho il firewall che mi blocca i discorsi, tanto costoro alla fine non sono interessati a far conversazione, vogliono semplicemente uno sparring partner che incassi i colpi.

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  2. Da questo punto di vista io mi ritengo fortunato, dato che sono introverso e parlo poco, dando così pochi appigli a chi vuole esondare con i propri discorsi.
    C’è da dire tuttavia che avevo anni fa una collega (scrivania di fronte) che era un fiume in piena, parlava in cintinuazione specialmente di disgrazie.
    Ecco, sto molto meglio adesso.

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      1. no? 😉 per me si….quando posso scegliere con chi stare scelgo persone e situazioni che non mi riempiano di scorie che poi ci metto giorni a smaltire. Al lavoro non si può, ma io cerco di pensare a cose mie mentre lavoro e ascolto sempre meno

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  3. Ne avevo una, intorno, una volta. Ogni cosa che le confessassi (eravamo una sorte malcapitata di “amiche”) lei era un passo in là, la sua risposta cult: “Ehhhh, allora io cosa dovrei dire, scusa!”
    “Sai, sono stanca, ho appena dato 19 esami in facoltà.”
    “Ehhhh, allora io cosa dovrei dire, scusa: ho fatto la hostess in un congresso tutto sabato!”
    “Sai, avrei bisogno di conforto, non riesco a uscire dalla fine con lui. Un anno di storia non la lasci alle spalle facilmente.”
    “Ehhhh, allora io? Dopo due scopate non mi sono ancora ripresa.”
    Indovina quanto siamo rimaste amiche. Ciao 😉

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    1. Ho letto in proposito una battuta una volta che alla domanda “eehhh cosa dovrei dire io …?” (che ovviamente ne ho passate ben peggio, sottinteso) la risposta é
      “Niente! Non devi dire un bel niente perché si sta parlando di me, e non di te”
      😜
      Me la tengo buona perchè prima o poi so che potrò usarla… la madre dei tuttologi è feconda come quella dei cretini…!

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  4. Uno dei miei grossi problemi è sempre stato quello di saper ascoltare. Alcune persone mi usano manco fossi un’analista. Il che, da un lato è positivo, perché mi offre molti spunti di riflessione; dall’altro, soprattutto quando l’interlocutore parla a vuoto, è una vera rottura. Per quanto mi riguarda, trovo fondamentale avere sempre qualcosa da raccontare. Anzi, a volte mi ingegno a rendere i giorni speciali proprio per avere qualcosa da dire a chi mi chiede “come va?”. Ma deve essere qualcosa che val la pena davvero, altrimenti il silenzio è di gran lunga migliore 😉

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