Più leggo e più mi rendo conto che divento esigente in materia: leggere un libro che non mi piace mi sembra una perdita di tempo, sprecato quando potrei leggere di meglio.
Ma come posso sapere se un libro mi piace? Devo iniziarlo!
Nel caso di ‘Due come loro’ è stato amore a prima riga: al termine della prima pagina avevo già deciso che il libro mi piaceva, tanto, e adesso che l’ho terminato posso confermare che non mi ha deluso, anzi è andato oltre le migliori aspettative.
Shapiro lavora come freelance per due datori di lavoro antitetici: entrambi gli forniscono ogni mese una lista degli aspiranti suicidi, corredata di luogo e data del fatto.
Il suo compito è quello di intervenire e persuadere o dissuadere il tizio dall’estremo gesto.
L’antitesi fra i due mandanti risiede proprio lì: se l’aspirante suicida si salva la missione viene compiuta per Dio; altrimenti punto per il diavolo.
Ecco spiegato chi sono i ‘due’.
Shapiro è entrato nel team perché a sua volta è stato un aspirante suicida, salvato in extremis.
Il problema che lo aveva condotto lì lo ha poi portato a lasciarsi con Viola, la sua ragazza, che ora sta con Pino Moneta.
Sulla lista un bel giorno compare proprio il nome di Moneta.
Shapiro fa precedere ogni suo intervento da un’analisi sulle ragioni che spingono l’individuo all’insano gesto, in modo da agire con cognizione.
Nel caso di Moneta non è del tutto imparziale, perché la sua dipartita significherebbe campo libero con Viola.
Ma davvero la sua mancanza sarebbe sufficiente a riconquistare la ex?
Lo stile è accattivante, il racconto procede come se si stesse guardando un film, ricco di dialoghi e di sceneggiature.
Marsullo è irriverente come John Niven nel romanzo ‘A volte ritorno’ ma il suo racconto è più umano: non è Gesù a tornare sulla terra ma un uomo a conferire ora con il rappresentante del bene, ora con quello del male.
Dio è un tipo che organizza un sacco di feste a tema, a cui partecipa sempre molta gente.
Il diavolo invece è più tipo da cena a due.
Tra i personaggi del romanzo spiccano Melinda, nuova leva da addestrare; e il dottor Poggini, uno psicoterapeuta dall’innovativo metodo ‘Facciamo le cose e intanto parliamo’: perché non sfruttare i momenti di analisi per i lavori di bricolage e le riparazioni domestiche? La vita non aspetta che riflettiamo, ma procede inesorabile.
Mi è capitato di non apprezzare un romanzo quando rilevo troppa presenza di fumo: per me le sigarette andrebbero bandite non solo dai luoghi pubblici, ma anche dai film e dai libri. In questo caso però rendono bene l’idea dell’ansia che tormenta il povero Shap.
Ha commesso un errore molto grave: togliersi la vita può ripararlo?
Tra i vari personaggi che si avvicendano nel tentativo ho sempre riscontrato motivazioni piuttosto deboli; ma probabilmente è così anche nella realtà, perché obiettivamente nessuna ragione è valida.
Il racconto tocca temi molto delicati in un modo assolutamente insolito, senza cadere mai nella retorica e valutando punti di vista alternativi senza esprimere giudizi.
L’ambientazione è Roma, inferno e paradiso al tempo stesso; a seguito di un incidente, descritto magistralmente in uno dei capitoli, Shapiro non guida più l’auto e si sposta esclusivamente in bicicletta, inseguimenti compresi.
Un romanzo intenso e leggero al tempo stesso, che si può leggere per sorridere e poi ci si ritrova ad inciampare su considerazioni profonde, dubbi esistenziali, domande interiori.
Una disamina sul bene e sul male condotta in una narrazione quotidiana surreale al punto giusto: come professa il dottor Poggini, intanto che si fanno le cose si parla; e intanto che si legge si riflette.