Tutto ciò nulla aggiunge e nulla toglie alla garanzia di riscuotere ciò che la fe rappresenta solo formalmente, ossia il denaro che ricompensa la cessione di un bene o la prestazione professionale.
Momenti di Natale
Mannaggia alle canzoncine campanellose che dal primo di dicembre mi hanno tintinnato nelle orecchie in loop.
Mannaggia alle renne che si sono mangiate lo scotch e così babbo natale si è ritrovato a chiudere i pacchi con la pritt.
Mannaggia alle cene troppo lunghe, che ti riportano alla realtà di certe conversazioni che per il resto dell’anno riesci ad evitare.
Mannaggia alla fatturazione elettronica e alle mille sorprese che riserva, altro che uova di Pasqua.
Mannaggia allo sfizio di insalata russa, e dei salami, e del bollito col kren, e dei pandori e dei panettoni e dei panforti.
Mannaggia agli auguri che mi sembrano sempre ridondanti, ma poi quando arrivano mi commuovono: davvero ti sei ricordato/a di me?
Mannaggia al mese di dicembre, gonfio di appuntamenti e con quella scadenza improrogabile del giorno 25, entro cui devi incastrare tutto.
Mannaggia alla scoperta che, se anche non riesci a fare tutto, non succederà assolutamente niente: pensi di schiantarti contro il muro ma poi ti accorgi che il muro non c’è.
Mannaggia a certi Natali brutti del passato, che di Natale non avevano un bel niente, che hanno rovinato la magia che Natale è un giorno speciale e poi ti accorgi che non è sempre così.
Mannaggia alla vita che continua, alla meraviglia dei bambini che scartano i pacchi ed esultano, che gridano che babbo natale si è accorto che loro hanno fatto i bravi.
Mannaggia ai foruncoli che non danno tregua al mio viso.
Mannaggia a questo Natale 2018, che è già passato.
Il verso giusto
A volte accade: riesci ad agganciare lo stato d’animo positivo, quello in cui qualunque cosa ti venga in mente si piega dalla parte giusta.
Non capita spesso questa manna dal cielo: talora si tratta di un bene effimero, il tempo di una canzone e vola via.
Sembra di pedalare una bicicletta con il pignone sdentato: a ogni giro dei pedali preghi che quel difetto non si presenti proprio al momento della spinta.
E poi a un certo punto il miracolo riesce, il dente mancante si nasconde alla catena e tu pedali leggero, il moto procede uniforme; imbocchi una leggera pendenza, la gravità ti aiuta, scendi e acquisti velocità.
Le cose riprendono a girare per il verso giusto, così, naturalmente, come si è sempre ritenuto normale facessero.
Invece chissà perché in certi momenti non volevano muoversi nella sequenza giusta, deviavano, prendevano tangenti.
Il vento gonfia la vela nel punto buono, la barca scivola, le mete più distanti sembrano facilmente raggiungibili.