A mille

…ce n’è, nel mio cuore di fiabe da narrar.

Solo che io non le so; vengono fuori in modo autonomo quando, allo scopo di addormentare Viola, ottengo l’effetto opposto e perdo i sensi io.

Inizio a raccontare una cosa a caso, può essere una fiaba di quelle note o un racconto di mia invenzione.

L’incipit è il classico c’era una volta, poi segue un pezzo di storia di senso compiuto.

Dopo un minuto di monologo in genere mi rilasso e il canovaccio si impiglia in qualche ramo, le mie parole procedono sconnesse e narrano il mio subconscio ad alta voce, cose che in genere mi sorprendo a dire senza averle pensate.

Ieri sera ad esempio mi sono svegliata mentre proponevo l’alternativa: guidare una Renault 4 rossa oppure la Renault 5 verde?

Viola non sa cosa sia una Renault, per lei le automobili sono tutte macchine: mamma cos’hai detto? Renó5?

Ero partita coi tre porcellini e mi sono risvegliata con in mano la leva del cambio a 4 rapporti collocata dove adesso in genere c’è il navigatore.

7 Replies to “A mille”

  1. Io me la cavavo con una raccolta di piccoli libri, ero arrivata a conoscerli a memoria. Quante fiabe avevo di quella serie, ora vado su You Tube a riascoltare la canzone, troppa nostalgia…

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  2. il bello delle favole inventate è proprio quello di non avere itinerari da rispettare né finali scontati e/o comunque vincolati a un senso logico, in questo modo si attiva meglio la fantasia, tua e sua.
    La R4 è la miglior NON-macchiana mai prodotta 😉

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