Cosa riporto a casa da questa vacanza?
Rigorosamente in ordine random:
- la sigla del tg1 delle 8,00 che riecheggia dalle finestre del vicino;
- una cavigliera da ragazzina che ho trovato sul fondale mentre nuotavo;
- un bel po’ di sabbia, sospinta dal vento incessante, e rimasta appiccicata agli asciugamani;
- il monito che dentro un barattolo con la dicitura ‘zucchero’ potrebbe nascondersi altro (mamma come è salato questo the);
- gli abitanti del centro che siedono sulla soglia di casa a fare salotto, direttamente sul ciglio della strada;
- il sapore del sale chehaisullapelle chehaisullelabbra che dopo i primi 5 minuti di nuoto ti arriva fino in gola e hai voglia a sciacquare quando esci: non va più via;
- che se vuoi la pasta senza formaggio devi precisarlo;
- le seadas, il mirto, il pecorino, il pane carasau, il porcellino, i malloreddus, le sappuedas, il melone verde, l’acqua smeraldina e i tappi delle bottiglie che a Viola non piacciono;
- il materasso del letto che pare un tagadà;
- le visite alle miniere di Serbariu e al sito archeologico di Barumimi, la preparazione e la cortesia delle guide che ci hanno accompagnato, la totale mancanza di indicazioni stradali per raggiungere i luoghi;
- il ballo della scopa che partiva in spiaggia appena si liberava un posto e tutti correvano a riaccaparrarsi la posizione migliore;
- le folate improvvise che rovesciano gli ombrelloni e la gente che corre a riprenderli; noi siamo riusciti a rompere il nostro al secondo giorno: non male considerato che ci sono suppellettili in terracotta che resistono per millenni;
- le figlie che socializzano con i coetanei (in misura diversa! ) e spariscono; poi ritornano (sempre in misura diversa);
- l’esercente che non vuole rovinare il layout del suo plateatico e ci chiede di cambiare tavolino;
- gli oleandri, le alghe, le meduse, l’acqua limpidissima su fondale bianco e sabbioso, un paesaggio insolitamente verde;
- i reticoli di strade fittissimi con le auto parcheggiate ovunque;
- la gelateria fantasma, sparita nel nulla dopo che avevo convinto il resto della famiglia ad una tappa;
- il vento che mi pettina alla Mirko dei bee-hive e che quando si ferma rivela un caldo torrido quasi africano.