Negozio di bricolage una domenica mattina di quasi primavera. Clientela quasi esclusivamente maschile, tutti concentratissimi ad individuare tra gli scaffali la giusta brugola o il raccordo della misura cercata.
Nessuna musica allieta nè i dipendenti nè i visitatori.
Un tranquillo viavai di gente intenta a procurarsi il materiale per qualche manutenzione domestica, o forse per il lavoro settimanale.
Alle casse file importanti, anche 4 o 5 in attesa per ciascuna; ognuno ha pochi pezzi in mano o nel cesto, ma si formano delle batterie ordinate di gente che attende in piedi il proprio turno.
Improvvisamente un pianto interrompe il brusio sommesso che aveva regnato fino a poco prima.
Nessuno sembra curarsene. È un pianto che sembra più di noia, non è certo un capriccio nè un pianto disperato.
Proviene da un bimbetto che staziona sulle spalle del suo papà, in fila alla cassa come molti altri.
Nessuno sembra interessarsi alla causa; il bimbetto, sotto una cuffietta in jersey calata fino alle sopracciglia, non smette.
Dopo un certo numero di singhiozzi il papà, senza scomporsi, porge al figlio un ciuccetto di colore rosso.
Il piccolo lo accetta con la mano destra, se lo rigira un po’ mentre lo guarda da diverse angolazioni e anziché infilarselo in bocca ne estrae un altro dalla tasca del suo giubbetto con la mano sinistra, azzurro.
Brandendo entrambi i ciucci non accenna a smettere di piangere e, sempre singhiozzando, inizia a chiamare la mamma.
<<Mammaaaaa, mammaaaa>>.
ripete a ritornello.
Tra i presenti non sembra suscitare nessun interesse, nessuno si gira a guardarlo, nessuno interviene e soprattutto nessuna mamma sembra arrivare in suo soccorso.
Nemmeno il papà prova altri mezzi per quietare il piccolo, che con le manine sollevate esibisce i ciucci; sembra voler dire che i suoi bisogni sono altri, che la soluzione non era il ciuccio, è la mamma che lui vorrebbe: se voleva il ciuccio ne aveva già uno in tasca.
<<Mammaaaaa, mammaaaa>>.
Ma la mamma, nè nessun altro, arriva.
Rassegnato, e forse galeotto l’arrivo al proprio turno in barriera casse, infila il ciuccio azzurro in bocca e silenzia il suo stesso pianto.
L’altro, quello rosso, lo recupererà il papà dopo aver pagato, pronto per le prossime emergenze.