Il silenzio dopo l’esplosione, le orecchie ti fischiano e non capisci se fosse per quel rumore assordante o se sia proprio l’assenza a generare un fastidio.
Così ieri c’era il caos, oggi la quiete: ieri avevi un genitore oggi non più.
Un passaggio netto, e irreversibile.
Sollevata da incarichi opprimenti, dai quali agognavi uno spiraglio. Ora lo spiraglio è un varco, ma no, indietro non si torna.
Tutto il resto è rimasto invariato, il mondo va avanti, nonostante tutto.
La vita, la mia, riprende, si riporta a come era prima.
Ma non c’è un prima a cui riferirsi, perché tutto è stato sovvertito: prima avevo un lavoro, prima non c’era una figlia, prima era tutto diverso.
In caduta libera: così mi sono sentita, per parecchio tempo.
Sono atterrata? Non lo so.