Là ci darem la mano

Di Bassano tutti conoscono il ponte degli alpini. È il luogo più affollato della cittadina. Al sabato sera poi si concentrano un po’ tutti li, è quasi difficile il passaggio.
Certo la vista è suggestiva: il ponte storico, appena ristrutturato, fa da sipario al fiume Brenta, che scorre sotto e riflette in un’immagine tremolante i caseggiati sulla riva, frastagliandone i contorni ma vivacizzandone i colori.

In molti scattano foto a questo sfondo, e molti altri mettono loro stessi al centro dell’obiettivo, con il fiume alle spalle.

Però le cose belle si nascondono ovunque, e non necessariamente dove l’affluenza è maggiore.
Dall’altro capo del centro storico, quasi nascosta in una nicchia, una ragazza cantava.
Di artisti di strada sono piene le vie, soprattutto quando la primavera avanza e le temperature e la luce migliorano la vita all’aperto.
Questa però aveva una voce che definire bella è riduttivo.
Aveva una voce bella in modo imbarazzante, e cantava con fare superlativo.

Non ci avresti scommesso, a vederla.
Di corporatura minuta, per nulla appariscente, anche un po’ trasandata nel vestire; i capelli sembravano passati in candeggina, la pelle bianca come il latte, gli occhi truccati appena di nero, un piccolo orecchino rotondo sul naso.
Giovane anzi giovanissima.

In una mano reggeva una cassa di dimensione ridotta, rosso corallo, da cui usciva la base.
Nell’altra mano il cellulare, con una cover gommosa dello stesso pantone della cassa, per controllare il testo.
Se la vedevi avresti detto che stava facendo per gioco, come ai neo laureati per fare festa, gli fanno cantare una canzone.

Lei dimenava le braccia per darsi il ritmo.
E dalla sua gola usciva un suono potente, deciso, quasi metallico, che altalenava tra i toni in maniera convincente.
Non conosco il titolo del brano, nè avevo mai sentito quella melodia in precedenza.

Non aveva pubblico, solo due o tre attorno a lei che parevano suoi amici.
Davanti a sè aveva steso un cappello rovesciato, ma non credo che il fine suo ultimo fosse veramente raccogliere denaro.

Quando l’ho superata e la sua canzone mi è rimasta alle spalle ho sentito un brivido: io credo di non avere mai avuto l’onore prima di ascoltare una simile interpretazione canora.

Mi sono fermata e sono tornata indietro, per ascoltare il resto.
Non ho avuto l’ardire di scattare una foto o registrare un video, ma credete, era incantevole.

Al termine non ho saputo trattenere un applauso, e gli altri tre si sono uniti al mio.
Una ragazza l’ha abbracciata.

Eppure il ponte degli alpini, e tutta la gente, stavano dal lato opposto, nonostante le bellezze si trovassero proprio qua.