Parole di Vicenza (e dintorni): mona

Continuano le richieste di locuzioni, questa volta è il turno di mona.

Mi sento un po’ un’emittente radiofonica ‘Ciao Pensieri in Patchwork, mi spiegheresti quella parola, quella che fa dudu dadadà? Se puoi prima delle 15, la dedico a tutti quelli che conosco’.

Ecco: va’ in mona è un suggerimento, caldeggia l’accoppiamento (mona è l’organo di riproduzione femminile).

Se per esteso viene suggerito “va’ in mona a to mare” si propone un rientro nel ventre materno (o un incesto, a seconda delle interpretazioni, io preferisco la prima).

La locuzione, non propriamente monacale, non è offensiva in modo pesante, è intesa spesso con fare scherzoso, ad esempio all’amico che cerca di convincerci di qualcosa che sa bene per primo non essere possibile.

Particolarmente efficace anche nella versione labiale, senza il sonoro: l’inconfondibile alternanza di A-O-A la rende interpretabile a parecchi metri di distanza.

La locuzione ‘in tanta mona’ indica un posto estremamente lontano, forse perché per ritrovarsi in mezzo a una concentrazione di donne alcuni sarebbero disposti a percorrere parecchi chilometri.

Si può essere un mona, che significa essere una persona inaffidabile; o si può fare il mona, ovvero comportarsi in modo estremamente faceto, per estensione provarci con una ragazza.

Esiste anche la versione vezzeggiativa ‘il monazza’.

La cosa più strana di questo vocabolo è che viene utilizzato esclusivamente al maschile, pur definendo un concetto prettamente femminile.

Tranne nel caso dell’esclamazione ‘La mona!’ che talora viene diluito in ‘La mona minestrina’ (in cui si dissimula di stare dicendo la buona minestrina). 

‘La mona!!!’ significa ‘nemmeno per idea’ / ‘non venirmi a raccontare stupidaggini’.

Concludo con un bellissimo proverbio 

Viajar descanta

Ma chi parte mona torna mona

(Potrei tradurre in: 

Viaggiare aiuta a maturare; ma chi nasce quadrato non diventa rotondo)

9 Replies to “Parole di Vicenza (e dintorni): mona”

Lascia un commento