La pausa caffè 

Il mio collega rientra in ufficio con una tazza di caffè caldo, emana un’aroma che lascia una scia buona: l’ho bevuto poco prima ma sono tentata di ripetere il rito, tanto è invogliante questo profumo.
So che da alcuni giorni sta tentando di berlo senza zucchero, e gli chiedo come va.

La sua risposta è negativa; parafrasando Mark Twain “Smettere di zuccherare è facilissimo, lo so perché l’ho fatto un migliaio di volte.”
L’altro collega allora inizia una serie di considerazioni sulla nocività dello zucchero, parla della sua raffinazione con i prodotti chimici, del suo lavaggio e di una serie di altre cose che, nel suo intento, dovrebbero farlo desistere immediatamente dal docificare le bevande.
Cosi la conversazione si sposta su un argomento che probabilmente ‘miiii sono sempre l’ultima a sapere le cose’, ma a me ha fatto un certo che venirne a conoscenza solo ora: 
il kopi luwac e la storia triste dello zibetto
Non vi racconto nulla di nuovo, nè di inventato: basta googlare con le parole chiave caffè e cacca e troverete tutto quanto vi vado a raccontare e anche di più.
Esiste un tipo di caffè fatto con la cacca.

Meglio, il caffè nasce come caffè, poi viene mangiato da questo animale, lo zibetto, e defecato.

Dalle feci dello zibetto viene ripescata la bacca, digerita solo nella corteccia esterna, che viene (prima lavata spero) e poi macinata per preparare un ricercatissimo caffè.
Pare che la digestione della scorza esterna conferisca al caffè delle caratteristiche meravigliose di gusto, privandolo della componente più amara.
Questa usanza viene dall’Indonesia, dove vive lo zibetto (una sorta di gatto, più o meno).

Kopi significa caffè e luwac è lo zibetto.

Una tazzina di questa prelibatezza arriva a costare 70$.
Ma siccome quando mi parte l’embolo della curiosità iniziò ad approfondire tutte le sfaccettature della questione, ho cercato anche zibetto.
Bene, questo povero animale, oltre a venir rincorso per le sue feci (non è manco padrone di cagare in pace, per dirla chiara), subisce un altro sopruso, che manda in bestia gli animalisti.
Siccome le sue ghiandole perineali producono un’altra sostanza pregiata, che con enorme slancio di fantasia si chiama anch’essa zibetto, viene legato e stimolato in quella zona, affinché ne vada a secernere.
Mi pare di aver capito che questa sostanza è un unguento con proprietà curative miracolose e caratteristiche organolettiche strepitose. 

E mi auguro sia vero perché per torturare sto povero animale, reo di avere un culo dai superpoteri, ci vorrà pure una valida ragione.
Poi dicono a noi vicentini che siamo ‘magnagati‘…

10 Replies to “La pausa caffè ”

Lascia un commento