La ragazza del treno

La ragazza del treno è un recente thriller, che ha riscosso anche un discreto successo. Rivelazioni o best sellers, li chiamano.

Anche questo si lascia leggere in maniera molto fluida.

Raccontato tutto in prima persona, salvo scoprire che le persone sono tre.

Tre donne che hanno parecchie cose in comune.

Non è questa la chiave del mistero, basta fare attenzione al cambio pagina per capire che si passa dall’io narrante Rachel all’io narrante Megan, all’io narrante Anna.

Ci sono anche degli uomini, personaggi di questa storia, ma per creare suspence spesso non viene fatto il nome dell’interlocutore, un po’ come se fosse un film e l’attore è inquadrato senza testa, così non capisci chi è.
Se perdi il cambio pagina e non sai chi è l’io narrante ciao proprio, non sai chi sta parlando con chi.

Ma non importa, perchè per buona parte del libro c’è Rachel che beve: vino, birra, gin, tutto quel che le capita.

Poi dice che è l’ultimo: l’ultimo bicchiere e me ne andrò…. il thriller della staffa insomma.
Rachel prende il treno, al mattino e alla sera: i capitoli portano il titolo dell’orario e del giorno.

Ciascuna di queste donne ha a che fare con uno o più uomini, ma appunto non è dato sapere quale.

Rachel, che beve, perde la memoria: servono diversi capitoli per fargliela ritornare, per farle rammentare cosa ha visto una certa sera, cosa è accaduto.

Megan ha un segreto, lei se lo ricorda, ma col cavolo che lo scopri prima di pagina 200, devi prima leggerti tutti i fiumi di alcol che si scola Rachel.

Anche Anna c’è, ma non si capisce cosa faccia.
Altro che Agata Christie che costruiva i personaggi tessera dopo tessera, che lasciava indizi qua e là tra le pagine, che conduceva il lettore ora sulla buona strada ora lo depistava.

Niente di tutto ciò: semplicemente tre diari di tre vite che, guarda un po’, verso la fine del libro capisci cosa hanno a che fare l’una con l’altra.

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